L’allestimento ripercorre la crescita artistica di Marco e la sua filosofia del ridare vita alla materia morta. Inizialmente qualche legno che scolpiva e poi modellava anche attraverso il fuoco. Poi assemblando, quindi aggiungendo invece che togliendo, rimettendo insieme i pezzi divelti dalla tempesta e ri-assemblati per dare nuova vita. Il percorso espositivo mostra come, da un rapporto intimo e quasi meditativo con il legno, Martalar sia passato a un linguaggio artistico più potente e simbolico, in cui la natura ferita si trasforma in creatura mitica. Radici, rami spezzati e cortecce diventano materia viva, portatrice di memoria e rinascita. Ogni opera esposta è un frammento di bosco che respira ancora, un gesto di resistenza e bellezza nato dal caos lasciato da Vaia. Così l’artista non solo scolpisce, ma ricompone l’anima delle sue montagne.  

Marco Martalar, nato come Marco Martello, è uno scultore autodidatta originario dell’Altopiano di Asiago, in Veneto. Conosciuto come “l’artista del bosco”, Martalar ha trasformato la devastazione causata dalla tempesta Vaia del 2018 in un’opportunità creativa, utilizzando legno recuperato per realizzare sculture monumentali che celebrano la resilienza della natura.

Vita e formazione

Cresciuto tra le montagne e i boschi dell’Altopiano di Asiago, Martalar ha sviluppato fin da giovane una profonda connessione con la natura. Senza una formazione artistica formale, ha iniziato il suo percorso creativo con il disegno e la pittura, per poi dedicarsi alla scultura del legno, materia che conosceva intimamente grazie al suo ambiente montano. L’arte è sempre stata una passione per lui, influenzata anche dal padre, anch’egli legato all’arte.

Opere principali

Tra le creazioni più celebri di Martalar spicca il “Drago Vaia” di Lavarone, una scultura di 16 metri di lunghezza e 7 di altezza, realizzata con legno carbonizzato proveniente dalla tempesta Vaia. Dopo essere stata distrutta da un incendio doloso nell’agosto 2023, l’opera è stata ricostruita grazie al sostegno della comunità, diventando un simbolo di rinascita e resilienza.

Altre opere significative includono:

  • Aquila Vaia a Marcesina (Grigno, TN)
  • Lupa del Lagorai a Levico Terme (TN)
  • Cervo di Vaia a Malga Millegrobbe (Lavarone, TN)
  • Haflinger di Strembo (TN), un cavallo impennato alto 7 metri, composto da oltre 2.000 radici di larice e 1.800 viti
  • Leone Alato, opera itinerante

Le sculture di Martalar sono disseminate tra il Trentino e il Veneto, spesso collocate lungo percorsi naturalistici, attirando migliaia di visitatori e contribuendo allo sviluppo del turismo sostenibile nella regione.

Impatto e riconoscimenti

Le opere di Martalar hanno avuto un impatto significativo sia dal punto di vista artistico che ambientale. Trasformando materiali destinati al degrado in opere d’arte, ha promosso una riflessione sulla relazione tra uomo e natura. Le sue sculture sono state esposte anche alla Biennale di Venezia e hanno ricevuto l’attenzione della critica, tra cui Vittorio Sgarbi.

Per ulteriori informazioni e per esplorare le sue opere, è possibile visitare il sito ufficiale dell’artista: www.martalar.it.